Quando penso a Napoli non può non venirmi in mente una città divertente e solare, proprio perchè è animata da persone come il mio amico Antonemilio che presento a tutti voi.
Ha studiato nella “tremenda” scuola dai gesuiti fino alla maturità classica per laurearsi giovanissimo ( 21 anni e mezzo) in giurisprudenza “perchè in realtà già a scuola ero andato a 4 anni e mezzo seduto sul seggiolone con il pallottoliere! follie degli anni “60 evidentemente”.
Dalla laurea alla professione di avvocato penalista a Napoli e con studio paterno anche a Roma, città che frequenta e vive dall’ età di 18 anni. “Ciò mi ha consentito di vivere a Napoli, città che amo tantissimo, ma di non fossilizzarmi mai in una certa provincialità che poi è spesso tipica di molte città italiane. Spostarsi continuamente tra due grandi città mi ha dato la possibilità di prendere il meglio da entrambe e di non annoiarmi soprattutto in gioventù quando le smanie di cambiare e del nuovo ci divorano!”
Nella sua vita c’è poi tanta Sicilia, per parte materna. Palermo, la casa di campagna a Gibilmanna, meravigliosa località tra Cefalù e le Madonie, dove ha trascorso moltissime estati di villeggiature lunghissime che unite ai soggiorni invernali palermitani da parenti e amici vari hanno praticamente “impregnato” la sua vita di sicilianità!
”Non ho passioni particolari se non una frenesia per il movimento e quindi per gli sports. Ho praticato equitazione a livello agonistico da quando avevo 8 anni ed ho lasciato dopo l’università non essendo più conciliabile con la professione. Non riesco a stare tanto fermo e confesso che se non lavorassi gran parte della mia giornata almeno per un lungo periodo la dedicherei ad attività sportive o all’aperto”.
Ama viaggiare prediligendo i paesi del sud, Caraibi, America meridionale, Spagna”.
”Mangio a 4 ganasce, come si dice in sicilia, ma il piatto che in assoluto preferisco sono gli spaghetti con le vongole. Invitami a cena con un piatto di spaghetti conditi con quantità indicibile di vongole fumanti e champagne e mi farai felice”.
Antonemilio è molto estroverso, conosce davvero tanta di gente “forse è stato tutto una reazione ad una insopportabile timidezza che mi attanagliava da bambino, così verso i 18 anni sono esploso come il vesuvio e sono praticamente un circus party”.
Hai un sogno?
”No, anche perchè al contrario di molti posso davvero dire che il mio grande sogno di bambino l’ho realizzato alla grande. Da quando avevo 4/5 anni fui praticamente risucchiato da una passione irrefrenabile per la mitica e grandissima Rita Pavone. La sua energia, il suo essere frizzante e a 3000 giri, e il suo incommensurabile talento artistico ne avevano fatto il mio mito e il mio sogno per tutta l’adolescenza. Oggi Rita, da molti anni ormai, è una delle mie più care amiche, il sogno si è realizzato, il come potrebbe essere raccontato in un libro e magari chissà sarà un capitolo di vita successivo. Mai dire mai!”
Non ha particolari vezzi per la moda o accessori, l’aver iniziato a fare l’avvocato a 22 anni, con tanto di giacca e cravatta, lo ha poi trasformato in un indomabile “casual” e ” informal” adorando da sempre jeans e t-shirt al di fuori del lavoro.
”Alla bellezza preferisco la sensualità e credo che il complimento più grande che si possa fare o si possa ricevere è ” quanto sei sexy”, l’eleganza è innata in una donna quanto in un uomo e non c’ è abito che possa donarcela”.
A cosa non rinunceresti mai?
”Non saprei risponderti, ma posso sicuramente dirti cosa mi atterrisce di più: la noia! La gente noiosa, la noia delle situazioni, la noia di quel tipo di vita social in cui per liberarti appunto dalla noia ad un cocktail o ad un party devi dire al tuo interlocutore: scusami, vado a prendere qualcosa da bere. Ecco perchè le mie feste non prevedono questa possibilità, e mi permetto di dirlo non per autocelebrazione ma per vox populi.
Ed io un mio party posso concepirlo solo come quello che hai visto tu l’anno scorso e come del resto sempre stati tutti i miei precedenti. Party aperti a qualsiasi tipo di invitati tranne che a Madame Noia’”.
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“Lo ripeto a me stesso da sempre, il ieri non ritornerà mai più, domani non sappiamo se arriverà. Carpe diem!”