“Anzina ca u miadicu studia, u malatu si nda va”. Inizia con questo detto la raccolta di proverbi in vernacolo Lametino, ma forse è meglio dire nicastrese, dal titolo Cumu dicia Mammama! di Luisa De Fazio. Un progetto ideato all’inizio del Covid 19 quando chiusa in casa a Luisa è venuto in mente: “ma cosa avrebbe detto mia mamma di ciò che sta accadendo?”. Ed è proprio il primo detto iniziale quello che a Luisa è venuto in mente quando fu dichiarata la pandemia e si iniziò a pensare ad un vaccino (cosa che ancora oggi non esiste). E via con i ricordi, un susseguirsi di saggi proverbi di tutti i tipi e per tutte le occasioni quotidiane. I proverbi popolari racchiudono una infinita saggezza e portano con sè regole che il tempo e la consuetudine hanno codificato e reso quasi simili a leggi non scritte ma da seguire per non avere problemi e vivere sereni.
Il piccolo opuscolo non ha la pretesa di essere esaustivo ne chissà quale trattato di dialettologia. Nasce prima di tutto come volontà di ricordare la memoria della mamma, la stessa autrice scrive “Ricordare le parole e la saggezza di un tempo, è un modo per riportare in vita chi non è più tra noi”. Come darle torto!
L’opuscolo consta di pp. 43, compreso il sommario, con una galleria fotografica di famiglia da pp. 33 fino alla fine. Si acquista in edicola ad un prezzo veramente irrisorio: euro 3,00. La presentazione dell’opuscolo è di S.E. Mon. Giuseppe Schillaci, Vescovo della diocesi di Lamezia Terme, mentre la presentazione è a cura di Don Antonio Costantino. Alcuni proverbi li ho sentiti pronunciare dalle mie prozie, dai miei genitori ma i più a me ignoti e difficili anche da leggere perché il mio dialetto è un melange di “sentito dire” risciacquato in Arno. Uno in particolare mi ha divertito e che ripeto ormai spesso riferendomi ad alcune persone di mia conoscenza: “Si cumu ‘u piru cutignu: vuagghjjiu e ‘un ddugnu”. Buona lettura e …buon tuffo nel passato.