Nelle fastose sale del Westin Excelsior di Firenze è stata inaugurata la mostra dedicata alla scultura in bronzo Dante ci guarda, opera di Giancarlo Fulgenzi e Giovanni Raspini.
Immagino tu conosca questi due personaggi, apparentemente diversi ma legati da un unico fil rouge: l’amore per l’arte ed il fatto a mano. Giovanni Raspini aretino doc, laureato in architettura a Firenze, è un noto argentiere, oltre che antiquario e collezionista, e le sue creazioni sono conosciute a livello internazionale. Nel corso degli anni ha realizzato le mostre/evento, ad alcune delle quali ho avuto il piacere di prendere parte: Wild, Vanitas Mundi, Nautilus e Gioielli da una wunderkammer, tutte dedicate a pezzi unici di gioielleria. Dopo la casa torre del 1200 a Trequanda oggi è impegnato nel restauro della casa che fu dell’architetto e scultore Andrea Sansovino, a Monte San Savino, dove allestirà il suo studio di design e l’esposizione delle opere prodotte in azienda, compresa questa esposta. Giancarlo Fulgenzi è toscano ma cittadino del mondo, un artista/artigiano. Pensa che lavorando con Macy’s a San Francisco dagli anni Sessanta partecipò alla nascita del movimento hippy e fu influenzato dalle nuove tendenze estetiche, grafiche e di comunicazione. Tornato in Italia applicò queste nuove tecniche nel commercio, con un concetto di marketing da noi del tutto sconosciuto. Sviluppò così un format chiamato “La Bottega di Fulgenzi” dedicato all’artigianato creativo e al design, attraverso la realizzazione di gadget e oggetti assolutamente particolari. Un successo che in breve tempo gli permise di aprire sedici Botteghe, più quattro showroom a New York, San Francisco, Milano e Firenze.
Torniamo a parlare della imponente scultura bronzea Dante ci guarda. Si tratta di un’opera allegorica per celebrare il Genius Loci cioè le bellezze, i valori, la socialità e il lavoro in terra di Toscana. Lo sguardo si perde nella visione di quest’opera, gli occhi non sanno dove fermarsi perchè i particolari sono davvero tanti, c’è l’osteria, la bottega del beccaio (il macellaio), quella del falegname, del fabbro e dello scultore, ma anche momenti della cultura e della toscana contemporanea come la rappresentazione del set cinematografico del film La pazza gioia di Paolo Virzì.
Ma cosa c’entra Dante in tutto questo? Dante ci guarda proprio nel senso che egli sovrasta il monumento bronzeo, conferendo senso e unità alla vita che passa sotto i suoi occhi, quale viatico beneagurante verso la propria terra.
Brindisi di rito e nel rispetto nelle normative anti covid.
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