Fermo 25 giugno
inaugurata al Palazzo dei Priori e presso il Centro Studi “Osvaldo Licini” di Monte Vidon Corrado la mostra Osvaldo Licini – Giorgio Morandi. Divergenze parallele, a cura di Marilena Pasquali e Daniela Simoni.
Divisa in sei sezioni (cinque, scandite temporalmente dagli esordi negli anni Dieci fino agli anni Cinquanta e Sessanta, a Fermo; una a Monte Vidon Corrado, paese natale e di elezione di Osvaldo Licini, Ut Pictura Poësis, dedicata al rapporto che lega l’arte di Licini e Morandi alla poesia di Dino Campana, per un verso, e di Giacomo Leopardi, per un altro), la mostra è il frutto non scontato e per certi aspetti sorprendente di una puntuale ricerca documentaria condotta per più di un anno in archivi e biblioteche di mezza Italia, da Milano a Venezia, da Bologna a Firenze, da Livorno a Roma, dalla Romagna alle Marche.
L’indagine storico-documentaria e l’ipotesi critica, condivise da Marilena Pasquali e Daniela Simoni, hanno prodotto due risultati: una mostra inusuale e non facile in cui, di sezione in sezione, le rare, preziose, impenetrabili opere di Morandi (43 lavori – oli, disegni e incisioni – dal 1909 al 1963) vengono accostate a quelle visionarie e volatili di Licini (51 dipinti, tra il 1913 il 1958), in una sorta di ‘faccia a faccia’ ravvicinato in cui emergono diversità e sorprendenti analogie.
In mostra troviamo pietre miliari della produzione artistica dei due artisti, ma anche inediti o opere pubblicate ma esposte qui per la prima volta. Per Morandi si segnalano in particolare i Fiori del 1913 del MART, le grandi Bagnanti della Fondazione Domus, la Natura morta del 1932 proveniente dalla Galleria Comunale d’Arte Moderna di Roma, la Natura morta (conchiglie) del 1943 della GAM di Udine. Tra gli inediti la Natura morta con il busto di gesso, lavoro d’Accademia, il Paesaggio del 1927, autenticato dal Comitato per il Catalogo Morandi nel 2011.
Per Licini si è riusciti a riunire tutte le maggiori collezioni pubbliche e private: da quella fondamentale degli eredi Silvia e Lorenzo Licini al fondo Hellström della Galleria Comunale di Arte Contemporanea di Ascoli Piceno alla collezione Lorenzelli Arte al fondo Magnoni alle opere del MART. Sono così presenti in mostra dipinti fondamentali come quelli esposti alla mostra dell’Hotel Baglioni del 1914, ovvero l’Autoritratto e il Ritratto di Giacomo Vespignani, inoltre Ritratto di Nella, Archipittura del 1932, Castello in Aria, Figura T3, Fiore Fantastico del 1941-43, la grande Amalassunta Rossa del 1950, il Filosofo, l’Angelo disegnato su fondo giallo. Esposta per la prima volta una splendida Marina del 1922; poco esposte la grande Natura morta con limone e il grande Nudo.
Le opere di Osvaldo Licini e Giorgio Morandi, selezionate per l’occasione, provengono da grandi musei come la Galleria Comunale di Arte Moderna di Roma, il MART di Rovereto, la Galleria Comunale d’Arte Moderna di Udine, la Galleria Comunale di Arte Contemporanea di Ascoli Piceno, la Fondazione Domus di Verona, l’Accademia Carrara di Bergamo, la Fondazione Carima – Museo Palazzo Ricci di Macerata, il Museo Morandi di Bologna, la Collezione Gori – Fattoria di Celle di Pistoia, oltre a molti collezionisti privati.
Il Comitato Scientifico è composto da Maria Vittoria Marini Clarelli (Soprintendente alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma), Fabrizio D’Amico (Studioso di chiara fama, già docente di Storia dell’Arte Contemporanea all’Università di Pisa), Gabriele Barucca (Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico delle Marche), Marilena Pasquali (Presidente Centro Studio “Giorgio Morandi”) e Daniela Simoni (Presidente Centro Studi “Osvaldo Licini”), mentre la realizzazione della mostra è a cura del Centro Studi “Osvaldo Licini” di Monte Vidon Corrado e del Centro Studi “Giorgio Morandi” di Bologna.
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