Nella prestigiosa sede di Palazzo Pucci a Firenze è stato presentato il progetto sviluppato da Fondazione Leaf, nell’ambito dell’evento “La sostenibilità non è un accessorio”, alla presenza di personalità del mondo della moda e rappresentanti istituzionali.
“Un progetto ambizioso e innovativo – spiega il presidente onorario di Fondazione Leaf Giacomo Cortesi – che nasce dalle esigenze che emergono dalla crescente sensibilità delle maison del lusso alle tematiche legate alla sostenibilità e alla loro volontà di garantire una filiera a ridotto e controllato impatto ambientale, oltre che a processi produttivi sempre più circolari”.
In due anni sono stati raccolti i dati di oltre 70 aziende (di cui il 90% europee e le restanti operanti nel continente asiatico) con il target di calcolare l’impatto ambientale e sociale delle varie matrici declinate nelle diverse tecnologie di costruzione e finitura dei componenti metallici. In questo modo è stato realizzato un database, sempre aggiornato e aggiornabile, mai creato in precedenza, che andrà a comporre uno standard consultabile sul sito web leafoundation.org.
“Stiamo parlando di uno strumento di eccellenza interamente progettato e sviluppato in Italia per valorizzare ulteriormente il Made in Italy. Grazie alla qualità dei dati raccolti – spiega il presidente di Leaf – il database presenta un alto livello di affidabilità e precisione. È il futuro del settore. Mi aspetto risposte molto positive dai brand e un rapido sviluppo dello standard sia a livello nazionale che internazionale”.
La sostenibilità è un valore sempre più importante sia per il settore luxury sia per i consumatori: un obiettivo che necessita di strumenti in grado di misurare quale sia il reale impatto sociale e ambientale dei processi produttivi. Attraverso lo standard Leaf Hardware sarà garantita la conformità a 14 dei 17 Sustainable Development Goals (SDGs) ovvero gli obiettivi dalle Nazioni Unite, per porre fine alla povertà, proteggere il pianeta e garantire la prosperità come parte di una nuova agenda per lo sviluppo sostenibile, da raggiungere entro il 2030.
“Mettiamo a disposizione dei nostri partner uno strumento unico nel suo genere. Questo approccio metodologico, molto oneroso dal punto di vista analitico, è alternativo alla più comune prassi che vede, per casi simili a questo, l’adattamento di standard nati per altri obiettivi. È facile apprezzare come le personalizzazioni implementate da un team di esperti, che conosce veramente i processi industriali, permette di rispondere alle esigenze degli operatori in modo efficiente ed efficace facendolo diventare uno strumento di lavoro veramente indispensabile“, conclude Cortesi.