Nel corso di questi anni ho preso parte ad una serie innumerevoli di eventi e party. Mi è capitato molto spesso di imbattermi in una categoria di persone che seppure non invitati ad un evento, qualsiasi esso sia dalla inaugurazione del bar rionale alla cena di gala, per loro esserci è vitale. Li chiamano: gli imbucati. Termine entrato ormai a far parte del linguaggio quotidiano. Sono certo che anche nel Vostro gruppo di amici esiste questo personaggio. Non è facile tracciarne le caratteristiche, perché molte volte anche persone insospettabili nascondono arcani ed inconfessabili “imbuchi”.
Possiamo distinguere la categoria in due specie: l’imbucato convinto e l’imbucato colpevole.
Il primo si caratterizza per il fatto che mentalmente sa di imbucarsi ma non si sente imbucato. Sembra strano, ma a tutti è noto quanto sia difficile comprendere ciò che succede all’interno della scatola cranica. Quell’ammasso molle, che chiamano materia grigia, funziona per ognuno di noi in maniera differente ed a diversi stadi: dall’idiozia suprema all’intelligenza superiore. Ad ogni stadio viene a corrispondere una etichetta sociale (i nomi variano a seconda delle realtà regionali): minchione, idiota, scemo, mona, caione,…cambiano i termini ma il significato resta sempre lo stesso.
Per l’imbucato convinto essere a quel determinato evento non è una priorità personale, ma è un favore che fa agli altri omaggiandoli della sua presenza. Si tratta di un chiaro sintomo di deformazione mentale che come tale dovrebbe essere oggetto di apposita cura presso specialista del settore. Il secondo invece è consapevole di essere imbucato, lo sa bene tutto il suo corpo, dalla punta dei piedi fino ai capelli che vengono tirati all’indietro, o attorcigliati all’orecchio, da mano fremente e nervosa.
L’imbucato convinto è molto spavaldo, guai se all’ingresso provano a chiedergli l’invito. E’ il tipo che utilizza la frase: ma lei non sa chi sono io! E’ sempre in prima fila, cerca di entrare tra i primi ed al buffet fa piazza pulita. Il suo abbigliamento è trasandato, sarebbe rischioso essere eleganti quindi osservati. Lui lo sa benissimo: meno si da nell’occhio meglio è. Indossa jeans o pantalone scuro (col buio si mimetizza meglio), giacca pendant. Vorace nel cibo quanto spugna nel bere. Poi a lui dell’evento non gli importa un bel fico secco. Atto finale fa mambassa di omaggi. Non uno, ma furbamente riesce, non so come, ad eludere i severi controlli. Le hostess più spietate ed agguerrite, perfino quelle del Pitti Immagine (regno incontrastato delle severe Amazzoni), nulla possono davanti a tanta bravura ed ingegno.
L’imbucato colpevole invece all’inizio è meno mitomane, fa quasi compassione. Si posiziona ai lati dell’ingresso ed attende con aria spazientita, che passi qualcuno di conoscenza per accodarsi. Lo riconosci dall’abbigliamento che solitamente consiste in jeans camicia bianca e giacca blu. Capello medio-lungo all’indietro, età dai 30 ai 45, single,ma la sua peculiarità è il telefonino in mano o all’orecchio. Sembra che abbia da parlare di questioni importantissime, il governo si regge quasi sui suoi assensi! Una volta che è dentro termina la sua timidezza e diventa anche lui spavaldo. Prima azione: postare su facebook una foto dell’evento, tutti devono sapere che lui c’è. Come se tutti i suoi amici di facebook non sapessero che lui è imbucato!
L’imbucato convinto invece non lo fai mai, ha altre cose a cui pensare, oltretutto meglio non fare sapere niente a nessuno altrimenti possono farti domande imbarazzanti. Invece per il colpevole l’importante è l’apparenza. Popolo io sono dentro e voi no! Si aggira con aria annoiata e se qualcuno lo ferma per salutarlo e gli chiede “anche tu qui?”, lui sospirando risponde “che noia, non volevo neanche venire, ma alla fine ho pensato di fare un salto, non c’è mai niente da fare in questa città”.
All’imbucato colpevole, poiché lui fa e si sente figo, del cadeau non importa all’apparenza, anzi se gli dici “hai visto che carino l’omaggio”, lui ti guarda dall’alto in basso e le sue risposte sono di due tipi “ho la casa piena e non so che farne” oppure “a me all’altro evento ne hanno dato uno migliore”. Poi però lo vedi a fine serata che si avvicina alle hostess, con fare da “lumacone” e cerca di “intortare”, fare inutili complimenti per avere anche lui ciò che prima ha bisfrattato falsamente. L’evento termina. L’imbucato convinto rientra a casa, la sua giornata è terminata ed è più che soddisfatto. Quello colpevole solitamente si dirige in un locale alla page per raccontare di essere stato ad un evento super esclusivo e che gli inviti erano davvero ristretti…ma lui c’era! Se ti senti offeso perchè ti ritrovi in ciò che scritto, sono esente da colpa.