Metti la capitale di un grande regno europeo, il mare, i vicoli, l’arte, i profumi contrastanti, la musica, i rumori incessanti, il barocco che si scontra con le devastazioni compiute nel tempo: benvenuti a Napoli. Greci, Romani, Angioini, Aragonesi, Spagnoli, Francesi…tutti incantati dalla sua bellezza.
Sono in questa meravigliosa città per partecipare al ballo del CNI, Corpo della Nobiltà Italiana Circolo Giovanile. Due giorni da turista tra le stradine del centro che regalano inaspettati visioni di palazzi monumentali accanto a banchetti improvvisati di venditori abusivi.
Il palazzo del Principe Diomede Carafa con l’enorme testa di cavallo in terracotta (l’originale si trova nel Museo Archeologico) donata da Lorenzo il Magnifico.
Strabilianti chiese dove le sepolture delle nobili famiglie del Regno incantano lo sguardo. Mi divertono gli antichi sepolcri, le figure sembrano distese per godere il sole di una bella giornata napoletana.
Le collezioni del Museo Civico Filangieri riaperto al pubblico da pochi anni dopo essere stato “dimenticato”, oggi più che mai bisognoso delle attenzione delle Istituzioni e dei Privati.
Le ville del Miglio d’Oro costruite per l’amenità del luogo dai nobili di corte, alcune recuperate molte in totale fatiscenza come la villa del duca d’Elboeuf, costruita su disegno di Ferdinando Sanfelice, abbellita con i manufatti recuperati da quelli che sarebbero diventati gli scavi archeologici di Ercolano. Il Re Carlo di Borbone visitandola si innamorò talmente di quei luoghi che fece costruire la Reggia di Portici e successivamente acquistò la villa trasformandola in dependance della reggia.
Come non soffermarsi, come non pensare. Una città che è un vero teatro all’aperto, dove ogni giorno va in scena la vita e la morte, dove tra i presepi di San Gregorio Armeno spunta fuori un anziano vestito da Pulcinella che attira i turisti pronunciando parole incomprensibili. In quella maschera e nel suo sorriso beffardo si consuma il dramma quotidiano di questa città.