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Arte e Mostre

“Il tessuto è tutto” mostra a Prato

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Una frase del grande maestro di stile Yohji Yamamoto, IL TESSUTO E’ TUTTO, è il titolo esplicito di una grande mostra.

Attraverso questa mostra i produttori si sentiranno orgogliosi di far parte del tessile. E forse capiranno che oggi, per vincere, bravi come sono, basta riescano a fare rete.

Inaugura il 10 marzo al Museo del tessuto di Prato, forse la più grande mostra mai realizzata in Italia dedicata ai tessuti contemporanei, un progetto della Provincia di Prato in collaborazione con la Fondazione Museo del Tessuto di Prato con il contributo della Regione Toscana, del Comune di Prato e della Camera di Commercio di Prato.

Il vantaggio di vederla in fase di allestimento è di sentirsi autorizzati a toccare i diversi tessuti. Poi si scopre che “ Please touch!” è la filosofia della mostra. Se si considera che ad ogni installazione viene collegata una musica, sarà davvero una gioia dei sensi visitarla. Le installazioni si susseguono in un percorso che imposta i vari tessuti nello spazio, facendoli vivere di vita propria, non collegata al loro ovvio utilizzo nelle confezioni. Vediamone alcune in ordine sparso.

FORESTA DI LIANE

Tessuti a maglia e jacquard dalla superficie lavorata con diversi effetti di disegno e di aspetto, esprimono la morbida consistenza e l’immagine flessuosa di lunghe liane che evocano ambientazioni selvagge.

OTTOMANA

Una serie di sedute lineari, realizzate in tessuto di fibre nobili e lana, unito o in disegnature classiche, sono impreziosite da trapuntature che trasformano la funzione usuale di questa stoffa destinata ai capispalla.

GIGANTE DI TARTAN

Una monumentale parete realizzata in tessuti tecnici accoppiati rende omaggio ad uno dei disegni tessili più tradizionali della produzione pratese

NUOVI CIELI

Poeticamente sospesi tessuti con trasparenze ricercate interpretano le infinite screziature del cielo attraverso materiali e lavorazioni leggere

COLONNE

Tessuti compatti e consistenti si propongono, grazie al disegno ottenuto a telaio jacquard o mediante trattamenti di rifinizione, come interpreti ideali dell’immagine solida della colonna

Edoardo Nesi,l’assessore provinciale alla cultura e premio Strega2011, nel progetto di questa mostra, parte dal concetto che il tessuto sia arte.

D. Con quale criterio sono stati scelti i tessuti?

R. La selezioni dei tessuti è stata effettuata con la consulenza artistica di Sergio Vari, che ringrazio per ciò che è riuscito a fare. D’accordo con la Regione e la Camera di Commercio abbiamo volutodare un’idea di come si esprime oggi la creatività nel fare i tessuti. Quindi è una mostra di Arte Moderna. E’ tramontato quello che diceva quarant’ anni fa Malaparte, Prato città degli stracci. Ma spesso anche oggi si fa fatica a considerare che chi fa i tessuti sia un artista.

D.E’ soddisfatto del risultato?

R. E’ molto più bello di quanto mi aspettassi. Il contributo di Sergio Vari è stato fondamentale.

A lui la prossima domanda.

D. E’ stato difficile ottenere ciò che rispondeva alle sue richieste?

R. Non più di tanto. C’è stata in generale una grande collaborazione da parte delle ditte. Un po’ di paura di essere copiati. Ma il rischio al Museo non è superiore a quello in fiera.

“E poi- argomenta il Vicepresidente della Camera di Commercio- il disegno forse si, però il know how, che non si vede, ma fa la differenza della nostra produzione, quello non è copiabile”

Interviene poi Anna Beltrame, assessore alla cultura di Prato

“Con questa opera vogliamo lanciare un messaggio: Prato non si arrende. Il suo patrimonio di creatività non può essere ignorato o andare perduto. La voglia di non arrendersi alle difficoltà della congiuntura la vogliamo esprimere con questa iniziativa, mostrando in modo divertente e originale quello che oggi sono capaci di inventare e produrre nel tessile qui a Prato”

Conclude Cristina Scaletti, l’assessore regionale che ha molto caldeggiato questa mostra: “La globalizzazione non è l’unico motore della ripresa. Si sarà pure contagiati, ma, con una tale dose di bravura, si è in grado di contagiare!”

Lucia Evangelisti

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