Come vestirsi per andare in udienza dal papa
Metti il caso che un giorno ti arriva l’invito per l’udienza dal Papa. Naturalmente stiamo parlando di udienze pubbliche e non private (i fortunati sono davvero pochi). Cavolo…gioia infinita. Terminata la fase contentezza subentra un cruccio angosciante: “ma come mi vesto?”.
Poche regole per andare in “Udienza con Stile”, regole semplici in grado di soddisfare l’etichetta vaticana. Non dimentichiamoci che stiamo andando dal Capo della Chiesa, ma anche da colui che è a tutti gli effetti è anche un Capo di Stato.
Dopo gli anni ’80 anche in Vaticano le cose sono cambiate ed il ritualismo del passato (che imponeva addirittura il frac per gli uomini, velo in testa per le donne) è venuto meno e si è adattato ai tempi. Alcune regole restano però fondamentali.
Priorità: ci si rivolge al Papa con “Sua Santità”. Sarà il cerimoniere, o un prelato preposto, che ci farà segno di avvicinarci per il saluto al Papa chiamato «baciamano».
Non saremo Noi i primi a parlare al Pontefice ma dovremmo attendere un suo cenno di saluto, in ogni caso spetta a Lui rivolgerci per primi la parola. L’etichetta vieta di toccarlo, si bacierà l’anello nel momento in cui ci verrà porta la mano (anche se ultimamente fioccano baci a sfare).
Il dress-code per l’uomo è semplice. Anche se non previsto dal protocollo è meglio sempre indossare un abito scuro, è possibile presentarsi anche con i costumi tipici della propria nazione o regione.
Per l’udienza pubblica per le donne si richiede un abito dal colore e taglio sobrio, preferibilmente scuro, niente scollature, braccia scoperte, gonna sotto il ginocchio, niente gioielli luccicanti, come orecchini lampadario Versailles style, basta un filo di perle se proprio volete indossare un piccolo vezzo. La borsa a mano deve essere di piccole dimensioni, (evitate loghi vistosi qui non serve essere fashionisti). Se si tratta di udienze insieme ad altre persone è ammesso l’abito corto nero e il velo nero in capo più piccolo.
Nel caso di udienza privata l’affare si complica e l’etiquetta diviene più rigida. L’abito deve essere di colore nero, lungo fino a sotto il ginocchio, maniche lunghe, accollato, capo coperto da velo nero, filo di perle facoltativo.
Colori assolutamente vietati: viola (per l’evidente richiamo liturgico), rosso e bianco. Quest’ultimo è un privilegio (chiamato Privilegio del Bianco) concesso solo alle regine cattoliche e… non tutte. Possono indossare un abito bianco lungo in udienza dal Papa solo la ex regina di Spagna Sofia, Matilde, Fabiola e Paola del Belgio e Maria Teresa di Lussemburgo.
Il privilegio non spetta alle principesse di Monaco e del Liechtenstein, anche se da ultimo Charlene, moglie di Alberto di Monaco, andò in visita da Benedetto XVI con un abito bianco corto. Il privilegio del Bianco era concesso, fino al 1946, alla regina d’Italia ed alle principesse di Casa Savoia. Ne sono escluse le mogli dei presidenti della Repubblica.
Le regole in fin dei conti sono semplici eppure vi sono stati casi di errori storici da parte di alcune First Lady. Ad esempio nel 1989 Raissa Gorbaciova indossò un abito rosso per incontrare Giovanni Paolo II. Mary Robinson e Mary McAlee, presidenti della cattolica Irlanda, non hanno indossato il nero di rigore nei loro incontri con il pontefice. Cherie Blair, moglie del primo ministro inglese Tony Blair, nel 2006 si presentò di fronte a Benedetto XVI in bianco e senza velo.
A questo punto se è tutto chiaro preparate il vostro abito da Udienza Papale e…che Dio vi abbia in Gloria!