Roma 8 luglio
Se un tempo, neanche tanto lontano, il “fatto a mano” era quasi un termine ordinario per indicare un abito degno di chiamarsi in questo modo, oggi artigianilità è divenuto l’equivalente di “made in Italy” ed individua un oggetto sicuramente di lusso.
Di fronte alla innumerevole quantità di vestiario a basso costo prodotto nelle più disparate terre del mondo, dalla Cina al Vietnam, dalla Turchia alla Cambogia, senza il minimo rispetto dei diritti del lavoratore e dei canoni dell’arte vestiaria, l’artigianilità italiana diventa un unicum quasi da tutelare e salvaguardare ma soprattutto da valorizzare come bene nazionale. A.I. (Artisanal Intelligence) è un progetto promosso da AltaRoma, per unire Arte, Artigianato e Moda in nome del Made in Italy.
Nella scorsa edizione di A.I. Gallery protagonisti sono stati gli studi e gli atelier degli artisti, quest’anno gli attori indiscussi sono cinque designer ed altrettante gallerie d’arte di Roma dell’Associazione Artughet ubicate, per la maggior parte, nella zona del Ghetto che per l’occasione si trasforma in un fashion district.
L’handmade di ciascun designer si inserisce nei luoghi riservati all’arte contemporanea e con essi interagisce come “unus inter pares”, lanciando un chiaro messaggio allo spettatore: “siamo arte pura, siamo un concentrato di passione, sentimento, idee ed artigianalità; siamo dotati di unicità.”
Il progetto nasce da un’idea di Clara Pamphili, sotto la cura di Alessio de’ Navasques. Di seguito le gallerie d’arte interessate e le collezioni ospitate.
Valentina Bonomo Roma: Gruppo di caftani in un interno, esposizione di Allegra Hicks. Ermanno Tedeschi Gallery: Pastpresent di Caterina Gatta. Edieuropa: Punti di Stile di Francesca Liberatore e la collezione di gioielli scultura Uroboros di Bibijou. Pio Monti Arte Contemporanea: Sie.Obzone un progetto id Jessica Harris, Elena Boni e Bonnie Strange. Opera Unica: Filo Diretto 2011 di Livia Crispolti.
http:/glieventidelmarchese.blogspot.com