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Le mascherine anti contagio create da Elena Vera Stella per Lamezia Terme

Vi racconto la storia di Elena Vera Stella e del suo contributo per la comunità di Lamezia Terme in questa triste emergenza Covid 19. Premessa: tanto di cappello per le grandi aziende della moda che si prodigano per dare il proprio contributo, ma è facile quando sei Armani, Marzotto ecc. E dei piccoli laboratori ne parla qualcuno? Le piccole storie di solidarietà sono quelle che fanno grande la nostra Italia. Per questo con orgoglio vi presento Elena: studi liceali, laurea in lettere e filosofia e poi a seguire specializzazione in costume e moda presso il prestigioso Polimoda di Firenze. Inizia la sua carriera collaborando con alcune importanti maison internazionali, Pucci e Gattinoni, e brand come Guess. Decide però di puntare sulle origini e sulla sua città natale, Lamezia Terme, aprendo una sartoria nel 2000. Abiti artigianali, da sera e cerimonia, pezzi unici ma soprattutto obiettivo prefisso è quello di utilizzare, in chiave moderna, l’heritage del territorio: pizzi, ricami, tessuti a KM0.

All’inizio dell’emergenza sanitaria, come ognuno di Noi, Elena ha cercato di acquistare, per se e la sua famiglia, delle mascherine. Ma nulla da fare, una ricerca vana. Decide allora di provare a realizzarne qualcuna nel suo laboratorio, con il materiale a disposizione. Nel frattempo la situazione in Italia precipita ed in casi di Covid 19 aumentano a dismisura giorno dopo giorno. Parlando con degli amici viene fuori il problema che gli operatori sanitari dell’ospedale cittadino non avevano a disposizione mascherine ed altro materiale per poter svolgere al sicuro la propria attività. Scatta in Elena una rabbia ed un senso nel dover fare qualcosa, di mettersi a disposizione per fronteggiare una situazione inverosimile. Il giorno seguente si interfaccia con la mamma e sorella, entrambe medico, per capire meglio le caratteristiche che una mascherina deve avere per essere protettiva.

Fa una ricerca del materiale a sua disposizione nel laboratorio, necessita di un tessuto impermeabile ma allo stesso tempo non troppo ruvido da appoggiare al viso, ma cotone, seta e lino non sono adatti. Un lampo di genio. Il marito è un kiter e cosa c’è di più impermeabile, sottile e leggero della vela di un kite surf? Inizia a tagliare le tele rotte di kite, igienizzarle e crea i primi prototipi di mascherina. Utilizza il suo instagram per mostrarle ai suoi followers, mettendosi a disposizione di chi ne avesse avuto necessità. Da quel post si è scatenato il mondo!
Racconta Elena: “Avevo percezione della carenza ma mai avrei immaginato la grande necessità in ambiti anche delicati, come le ambulanze, i vigili, la polizia, tutte categorie a rischio ma sfornite del minimo indispensabile per lavorare in questo periodo. Ora sto realizzando le mascherine per il centro Covid 19 di Catanzaro”.

Le mascherine di Elena esteriormente sono realizzate con il nylon dei kite, mentre all’interno ci sono due o tre stari di TNT, “è lavabile, funge ulteriormente da filtro ed è confortevole appoggiandolo sulla bocca e se si lava si asciuga facilmente”.
Da instagram c’è stato un passa parola cittadino, centinaia di telefonate tanto da attirare l’attenzione dei giornalisti del TG Rai regionale che le hanno dedicato un apposito servizio. Ad oggi continuano a scriverle sui social e cerca di rispondere a tutti nel corso della sera perché durante il giorno è chiusa in laboratorio a realizzare le mascherine.

C’è gente addirittura che mi chiama addirittura in lacrime per averne una, dietro una telefonata c’è sempre una storia differente. Cerco di fare il possibile, lavoro da sola, non ci sono le mie collaboratrici, sono tutte a casa. Non voglio mettere a rischio loro ed anche io la mia famiglia. Consegno le mascherine in modo contingentato, cerco di non creare calca dando appuntamenti distanziati”.
Le vele le sono state regalate da amici o da persone che hanno avuto notizia di questa iniziativa, ma i materiali iniziano a scarseggiare e non è facile reperirli perché tutte le produzioni sono chiuse. Anche volendo non potrà produrne ancora tante.

Le mascherine vengono donate direttamente dalla stilista ai privati che ne necessitano. Per questo motivo ha attivato una email dove poter scrivere: evstella@hotmail.com
Si tratta di una piccola produzione e che, come intuirete, non potrà mai soddisfare tutte le richieste. Per questo Elena da preferenza a quelle persone che ne necessitano veramente per il lavoro che svolgono e per le categorie a rischio. Il senso civico deve prevalere su ogni singolo egoismo.

Elena ci tiene a precisare che non vuole fare alcun business, il suo è solo un atto di solidarietà e dopo questa emergenza vuole continuare a fare il suo lavoro: creare abiti e regalare sogni. Vi ricordo che Elena ha creato, ormai da un anno, una linea di accessori ed abbigliamento dal nome che ci da tanta speranza il futuro: “Baciami ancora”. Un atto d’amore verso la sua città che mi auguro un giorno sia ricambiato a dovere.

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