Con Andrea Osvart, Monica Birladeanu, Chiara Martegiani, Marina Pennafina, Daniele Pecci, Pascal Zullino.
Trama: Quattro donne diverse tra loro, ma legate da una colpa comune: l’infanticidio. All’interno di un ospedale psichiatrico giudiziario, trascorrono il loro tempo espiando una condanna che è soprattutto interiore: il senso di colpa per un gesto che ha vanificato le loro esistenze.
Trama: Quattro donne diverse tra loro, ma legate da una colpa comune: l’infanticidio. All’interno di un ospedale psichiatrico giudiziario, trascorrono il loro tempo espiando una condanna che è soprattutto interiore: il senso di colpa per un gesto che ha vanificato le loro esistenze.
Dalla convivenza forzata, che a sua volta genera la sofferenza di leggere la propria colpa in quella dell’altra, germogliano amicizie, spezzate confessioni, un conforto mai pienamente consolatorio ma che fa apparire queste donne come colpevoli innocenti. Clara, combattuta nell’accettare il perdono del marito, che si è ricostruito una vita in Toscana, sconta gli effetti di un’esistenza basata su un’apparente normalità. Eloisa, passionale e diretta, persiste ogni volta nel polemizzare con le altre, un cinismo solo di facciata. Rina, ragazza-madre, ha affogato la figlia nella vasca da bagno in una sorta di eutanasia. Vincenza, nonostante la fede religiosa sarà l’unica a compiere un atto definitivo contro se stessa. Ha ancora due figli, fuori, e per loro riempie pagine di lettere che non spedirà mai.
Fabrizio Cattani (classe 1967) inizia il suo percorso artistico come attore e regista teatrale. Trasferitosi a Roma si avvicina al mondo cinematografico, come regista di cortometraggi tra cui spiccano L’abito (1998), finalista ai Globi d’oro della stampa Estera e Mattina, premio della Critica al Festival Europa Cinema di Viareggio. Nel 2007 si dedica, nelle vesti di autore, produttore esecutivo e regista, al lungometraggio Rabdomante presentato con successo in diversi festival. Maternity Blues (2011) è il suo secondo lungometraggio.
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