Presso il Polimoda di Firenze, nella sede di Villa Favard, si è tenuto l’opening di Relative Thinking, mostra multisensoriale dedicata al tema della curatela nella moda contemporanea, attraverso i progetti degli studenti del Master in Fashion Writing and Curation. L’esclusivo evento ha visto la partecipazione di Massimiliano Giornetti, direttore di Polimoda e Tim Blanks, critico di moda di fama internazionale e mentor del Master in Fashion Writing and Curation, oltre a ospiti dei mondi del giornalismo, della moda, dell’arte e della cultura. L’opening, seguito da un cocktail, ha permesso agli ospiti di visitare in anteprima la mostra e scoprire i lavori realizzati dagli studenti Polimoda, in una riflessione personale sul ruolo del curatore e la sua influenza sull’industria della moda di oggi.
Ogni allieva del Master in Fashion Writing and Curation ha infatti ideato un proprio magazine, curandone ogni aspetto e vestendo diversi ruoli con il supporto dei docenti: scrittore, redattore, curator, artista, photo editor e graphic designer. Attingendo diversi panorami semiotici quali arte, musica, moda, cinematografia, letteratura e fotografia, le studentesse hanno creato opere editoriali con un valore culturale unico.
I quattro magazine rappresentano l’ispirazione e il centro della mostra Relative Thinking presentata a Polimoda e aperta al pubblico il 6, 7 e 9 dicembre, per esaltare peculiarità e punti d’incontro dei quattro progetti e per sottolineare la relatività del pensiero. Un’exhibition curata da Federica Forti con le quattro studentesse, che ha l’obiettivo di far vivere al visitatore esperienze multisensoriali attraverso quattro diverse ambientazioni ispirate ai temi delle riviste.
Cos’è un taboo, chi lo può definire e perché non in tutte le lingue esiste questa parola? Queste domande sono il punto focale di “Anthe”, il progetto realizzato dalla studentessa indiana Rhiti Choudhury che, per l’exhibition, ha ricreato l’ambientazione di una caffetteria. I visitatori sono invitati a sedersi e interagire con i performer (anch’essi studenti di Polimoda) scegliendo uno degli argomenti sparsi sui tavoli e dando così vita a un virtuoso scambio di idee.
“Impossible conversation” è invece il concept che si cela dietro il magazine della spagnola Maria Callaba. Una conversazione impossibile tra passato e futuro che diventa però attuabile tramite l’immaginazione dell’autrice. Una conversazione che unisce nostalgia e elementi distopici e che prende vita tramite una fitta rete di fili di lana che attraversa una sfarzosa sala d’epoca della villa. Il visitatore è invitato ad attraversarla per prendere posto su una poltrona e meditare sul proprio personale approccio a passato, presente e futuro.
Una sinfonia di imponenti specchi deformanti fa da cornice alla presentazione di “Body Claim”, la rivista realizzata dall’austriaca Heide Julie Halama in una riflessione sull’accettazione del proprio corpo in quanto manifestazione fisica della propria identità. Un’installazione concettuale che invita il visitatore a vedersi con occhi nuovi e ad accettare l’unicità e la bellezza della propria corporeità.
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