Il brand Peter Pilotto, nato dall’incontro tra Peter Pilotto e Cristopher De Vos, è l’ospite della decima edizione di Pitti W.
Cornice dell’evento il fastoso Palazzo Borghese: un tripudio di stucchi dorati, affreschi, tappezzerie rosse, mobili dorati.
Una serata contrassegnata da diverse cause che l’hanno resa per me sgradevole. Le urla da “vucceria” di una addetta alla “porta” che non ha fatto entrare la mia fotografa (quando mai si priva la stampa del proprio fotografo). “Un invito una persona”. Per fortuna esiste la discrezionalità, ma nei miei confronti non è mai stata applicata, anzi mi sembra ormai palese che c’è chi cerca di impedirmi di svolgere il mio lavoro.
Arrivi all’interno e ti accorgi che c’è di tutto: gli amici degli amici, gli imbucati delle feste, una afa clamorosa, addirittura il falso Asburgo Lorena! Una sensazione di nausea e rigetto oltre che di rabbia.
Ma veniamo all’evento.
La moquette che riprende le colorate e sfaccettate stampe dalle geometrie astratte di Peter Pilotto ricopre pareti e pavimenti, anche le luci nei toni del fucsia e blu creano una atmosfera suggestiva e quasi surreale.
Al centro della salone una installazione composta da due piattaforme rotonde dove si trovano immobili 15 modelle. Sembrano statiche ed inquietanti, parti di questo sogno fuori dal tempo.
Non le scompone neanche il caldo che arriva a dei livelli da sauna finlandese. Come per magia le modelle si muovono, sfilano camminando intorno alla piattaforma.
Abiti dalle linee geometriche, dettagli sofisticati, ricami, sartorialità, pezzi tra loro intercambiabili, pantaloni, colletti, taschini e maniche bianche a contrasto.
Un ultimo accenno interessante che sottolinea il legame tra moda e tecnologia.
Le fantasie degli abiti, proiettate sui maxi-schermi Led, hanno permesso agli spettatori di essere parte attiva dell’installazione, offrenfo la possibilità direttamente dal proprio iPhone di cambiare le fantasie decidendone il colore e il ritmo.
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