Il mio viaggio nella terra di Puglia inizia con la visita del paese, nel cuore del salento, in cui risiedo: Galatone (Pr. di Lecce). Un piccolo paesino ma ricco di storia a cominciare dalla controversia circa la sua fondazione. Chi sostiene sia greco, infatti gála, in greco significa latte, designando il fatto che l’attività principale fosse la pastorizia (le indimenticabili galatine, le caramelle al latte, non hanno nulla a che vedere con l’origine del paese.
Secondo altri si attribuisce l’origine al popolo dei Galati. Si accede nel centro storico tramite la porta di San Sebastiano. I monumenti da visitare sono il Castello Marchesale, sede dei vari feudatari, che possiede una ricca collezione di radio d’epoca ed il museo dedicato alle macchine di Leonardo da Vinci. In particolare il Santuario del Santissimo Crocifisso della Pietà che deve il suo apparato decorativo all’architetto leccese Giuseppe Zimbalo.
L’interno, a croce latina, si compone del presbiterio, del transetto e della navata in cui si aprono tre cappelle per lato ospitanti altari barocchi. La chiesa di San Sebastiano e San Rocco, edificata nel 1500 per volontà del feudatario Giovanni Castriota, presenta quattro altari barocchi realizzati in calcareniti locali (pietra leccese e tufo) nel 1732, sono arricchiti da tele di pregevole fattura.
Immancabile giro notturno nella gettonatissima Gallipoli (da Galatone si arriva in circa 20 minuti di macchina) ambita meta di vacanze da parte di un pubblico giovane e cosmopolita. Tra stradine affollate di turisti e locali presi d’assalto non si può dimenticare di visitare la basilica concattedrale di Sant’Agata, edificata sul luogo di una chiesetta romanica dedicata a San Giovanni Crisostomo.
La chiesa è posta nel punto più alto dell’isola, probabilmente destinato ad area sacra sin dall’antichità, presenta un prospetto in tufo calcareo. Nell’interno si trovano stupefacenti altari barocchi e numerose tele. Degno di ammirazione l’altare maggiore in marmi policromi opera dell’artista bergamasco Cosimo Fanzago.
Durante il giorno in giro per le belle spiagge del salento. Si inizia con Porto Selvaggio, nel comune di Nardò, è’ un area naturale protetta e si trova lungo la costa tra Porto Cesareo e Gallipoli, a ridosso di Santa Caterina. Per chi ama la spiaggia deve recarsi alla Baia di Porto Selvaggio ( ma in agosto è presa d’assalto), mentre per gli scogli c’e la grotte del Cavallo (ritrovo gay friendly) e la grotta di Uluzzo ubicata al di sotto della torre omonima.
Per chi preferisce la vacanza comoda vi consiglio invece la spiaggia di Punta Prosciutto, facente parte del Comune di Porto Cesareo, delimitato a nord da Torre Colimena e a sud da Torre Lapillo. E’ una spiaggia dalla sabbia bianca e molto ampia, ed anche nei mesi affollati si trova posto. Il fondale è basso e l’acqua è davvero cristallina, meta ambita soprattutto dalle famiglie (quindi se non vi piacciono i bambini lasciate stare).
Merita anche una menzione Santa Maria al Bagno. Nel luogo dove è collocata la torre è presente una sorgente di acqua dolce che Carlo V decise di proteggere dai pirati facendo erigere la torre.
Durante la seconda guerra mondiale l’esercito Alleato ospitò qui, e nei suoi paraggi, oltre centomila Ebrei scampati ai campi di sterminio nazisti e in viaggio verso il nascente Stato di Israele.
Di sera nuovamente in giro alla scoperta delle città del salento. E’ il turno di Lecce. Sono entrato dalla Porta Rudiae ed è stato subito un susseguirsi di palazzi nobiliari e chiese barocche in pietra leccese costruite durante la dominazione spagnola.
Lecce è nota come “la Firenze del Sud” o la “Firenze del Barocco” dalle antichissime origini messapiche. Ne 1656 una tremenda epidemia di peste funestò la città che terminò per intercessione di sant’Oronzo che fu proclamato patrono della città, a discapito di Santa Irene precedente titolare.
Il Duomo di Lecce, edificato nel 1144 e ricostruito nelle forme barocche nel 1659, è uno dei pochi esempi di “piazza chiusa”. Infatti nel passato la sera le porte venivano chiuse ed oggi sono ancora visibili i mozzi. Un chiaro esempio di puro barocco come si evince dalla “falsa facciata”. Il visitatore che entra in Piazza Duomo si trova di fronte una facciata di chiesa, che tale non è invece. Varcando la soglia del portale ci si trova nella navata laterale della Chiesa. La soluzione scenografica venne adottata per evitare che il visitatore si trovasse di fronte ad un muro piatto e senza decori. La Basilica di Santa Croce è uno dei maggiori complessi architettonici della città e costituisce il più significativo esempio del barocco leccese.
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