L’idea di una scarpa esclusiva non perché con un prezzo inaccessibile, ma perché non realizzata in serie: Springa. Una collezione di scarpe che nasce prendendo spunto dalla vita di tutti i giorni, ridando vita ad abiti e oggetti in disuso.
Camicie hawaiane, cravatte, t-shirt, giubbotti anni ‘60 di pelle, giubbotti di camoscio, camere d’aria e balle del caffè vengono tagliati, assemblati, cuciti con una manifattura tipicamente italiana, per formare un paio di scarpe unico.
Capite bene che l’unicità è dovuta al fatto che non esiste un materiale uguale all’altro. Le fantasie delle camicie hawaiane sono tutte diverse tra loro; le t-shirt hanno scritte, stampe, immagini, colori che si differenziano l’una dall’altra.
I giubbotti di pelle o di camoscio si distinguono per modello, tasche, accessori, cuciture. Le cravatte sono tutte diverse tra loro; le camere d’aria provengono da diverse fonti (camion, trattori, auto). Le balle del caffè, tutte in juta, hanno delle stampe e delle immagini relative alla casa di produzione e alla provenienza del caffè.
Una scarpa Springa presenta ogni volta una storia diversa. Caratteristica è la suola realizzata con il processo di vulcanizzazione che utilizza delle forme e stampi in alluminio scaldate fino ad alte temperature. Senza addentrarmi troppo nello specifico vi dico che il tutto serve ad evitare l’utilizzo di solventi, mastici o collanti chimici, l’adesione avviene in maniera del tutto naturale.