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Purtroppo la vita è fatta di momenti belli ma anche di momenti tristi e questa borsa lo sa bene.

Eccola li che mi guarda. Sa di essere una borsa icona della maison Gucci, la nonna la ricevette in dono come strenna natalizia da parte di Guccio Gucci. Sa anche che lei è ritornata di gran moda ed è stata riproposta nella nuova collezione.

Ma sa anche di essere anziana, di avere alle spalle tanti anni seppur sembra quasi nuova. Mi guarda ed ecco che le mie narici si riempiono di uno strano e dolce sentore: quello delle mandorle.

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Ricordo tutto. Ero bambino e vedevo la vita con quegli occhi e gioia che niente può oscurare neanche un triste evento. Era morto il nonno, era estate precisamente giugno. Il mese in cui nel sud il cielo risplende di un azzurro maestoso e le rondini lo punteggiano danzando leggere e ridendo al sole. La casa era in fermento, era morto il capofamiglia. I lutti nel sud sono particolari la casa del defunto si riempie di gente per tre giorni consecutivi per prendere parte al cordoglio. Non solo sei triste per la morte ma devi accollarti anche il peso di stare insieme agli altri. In piu’ c’era il problema di noi bambini, dovevamo stare in casa e fare qualche attività senza disturbare e nello stesso tempo gli adulti dovevano impegnarsi a non farci capire l’effettiva portata della morte. Ricordo ancora la nonna seduta in poltrona con al fianco questa borsa con il manico in bamboo e tutti i parenti accanto a parlarle sottovoce per rispetto di Lui che era andato via.

Anche a noi bambini donna Rosa, che non era la classica cameriera ma una di casa, aveva detto: “Picciri’ un alluccate o nonno si sceta” (trad. Bambini non urlate il nonno si sveglia).

Sembra strano eppure non è trascorso tanto tempo ma sembra un mondo lontanissimo. Per tradizione vigeva il divieto assoluto di utilizzare le cucine per almeno tre giorni e tutti gli amici ed il parentado facevano a gara a portarti da mangiare.

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Il giorno eravamo travolti da cornetti, dolciumi, granite e latte di mandorla. Adoro la granita, solo a pensarla sento ghiacciarmi la lingua e quel sapore zuccherino mi arriva in fondo all’anima. Stavo mangiando la mia deliziosa granita quando lei, la nonna, si avvicinò mi guardò con occhi languidi e velati di malinconia mi sorrise ed aprì quella borsa dal manico in bamboo ed estrasse una banconota e mi disse: “da ora basta granite, andiamo a comprarci un gioco”.

Uscimmo mano nella mano, io la nonna e la bamboo bag al suo braccio. Andammo all’emporio e comprò due giochi per fare le bolle di sapone. Ci sedemmo su una panchina della villa comunale e per un po di tempo facemmo tante bolle di sapone senza mai parlarci. Infine mi guardò dicendomi: “è ora di andare, ma guai a te se mangi ancora granite di mandorle, da domani pizza”.

La vita va avanti….

 

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