Roma, 14 dicembre
Un cocktail dalle gradazioni del rosso vivo e decorazioni infuocate, lo stesso colore con cui il neo-futurista Graziano Cecchini tinse l’acqua della Fontana di Trevi. Un immagine che fece il giro del mondo. L’artista/performer è tornato a proporre la sua creatività nella Capitale con una mostra accolta negli spazi espositivi de Il Margutta RistorArte di Tina e Claudio Vannini, curata da Francesca Barbi Marinetti. Cecchini ha stupito di nuovo centinaia di ospiti, ricreando un assedio con tanto di fumogeni nel tratto antistante lo storico locale vegetariano situato nella via degli artisti.
Tra i numerosi volti noti accolti dal press agent Emilio Sturla Furnò, non si sono voluti perdere idea e azione dell’artista: Alda Fendi, Maria Grazia Nazzari, Rosalia Porcaro, Max Parodi, Janet De Nardis, Metis Di Meo, Adriana Russo, Alex Partexano, Roberta Beta Michele La Stella, Luigi Tabita, la marchesa Dani Del Secco D’Aragona, il principe Guglielmo Giovanelli Marconi, il marchese Giuseppe Ferrajoli, il prof. Roly Kornblit.
«Un’occasione – ha spiegato la curatrice Francesca Barbi Marinetti – per ribadire come l’avanguardia Futurista sia stata un movimento culturale di Arte/Vita, di Idea/Azione, a riscontro di come negli ultimi tempi sia stata associata a correnti politiche che poco hanno a che fare con il suo iter storico, rischiando ancora una volta di svilire il riconoscimento della sua portata innovativa politicamente trasversale. L’accento deve invece cadere sul pensiero creativo e la sua realizzazione. Per i futuristi è l’azione artistica che assume forza mediatica nuova, anticipando all’inizio del Novecento lo slogan, lanciato poi negli anni Sessanta da McLuhan, “il medium è il messaggio”».
Le installazioni di Cecchini “Idea e Azione” aprono il percorso espositivo delle sue venticinque Ma-Donne – tra cui la Ma-Donna della Stampa, quella Vegetariana, quella Fashion e l’immancabile Ma-Donna Futurista.Realizzate su carta o legno in tecnica mista, le Ma-Donne sono tutte oranti attorno all’installazione che Cecchini intitola “Madonna di Grazia e Giustizia”,imprigionata in una gabbia d’oro, con il compito di punire l’atto vandalico e blasfemo del black block che distrusse pubblicamente la scultura della Vergine di via Labicana durante la manifestazione degli indignati di ottobre scorso a Roma.
«C’è un bisogno di ricucitura. – ha concluso la curatrice – La ricomposizione della Madonna “spaccata” si connette simbolicamente all’esigenza condivisa da molti artisti di voler suturare il taglio di Fontana offrendo all’arte una diversa e rinnovata forza d’espressione, nonché la capacità di rappresentare un indispensabile bacino di idee e ispirazione su cui costruire e nutrire la realtà in cui viviamo. Ciò ha anche a che fare con i mezzi e i linguaggi nuovi, nonché l’apertura a ventaglio di dimensioni creative inesplorate o da implementare».
I temi toccati dalle opere in mostra intrecciano il sacro con il civile. L’artista/performer risponde all’oltraggio. Con gli stessi mezzi crea una nube di rossi fumogeni che avvolgono e circoscrivono l’art gallery in cui sono custodite le sue Ma-Donne. Ha partecipa alla performance la giovanissima Ludovica Cirillo, coinvolta da Cecchini per un’interazione creativa via web su Skype direttamente da Londra.
Negli spazi de Il Margutta RistorArte la Cirillo ha esposto, tra l’altro, l’installazione artistica di un albero capovolto in plexiglass, facendosi portavoce delle nuove generazioni di invertire i poli per restaurare il significato profondo della Natività.
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