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Grande parlare oggi per l’articolo di Simone Marchetti sui fashion blogger dal titolo: “I Nodi dei blogger vengono al pettine”.

Forse non c’era bisogno di tanto clamore perchè ormai è risaputa l’inefficacia della comunicazione che propongono alcuni blog: quelli delle signorine (e di alcuni patetici maschietti, che di maschio conservano solo il nome) che si auto immortalano per pubblicizzare brand per un pubblico di utenti che non li comprerà mai perchè oggetti di lusso che l’utente lettore di questi blog, sia per età che fascia sociale, non potrà mai acquistare!

Sicuramente Marchetti ha fatto bene a rendere ancora più visibile questa realtà scandalosa. Già in un precedente post avevo messo in evidenza questo fenomeno, ho addirittura creato una apposita sezione nel mio blog: poison. Ho anche evidenziato come i commenti ai loro post siano solo un gioco di specchi riflessi, perchè sono altri blogger che scrivono per linkare il proprio blog e farsi pubblicità.

Se la Ferragni ha floppato per la campagna vendita di un marchio come Yamamay come si può pensare che possa far vendere a maison della portata di Dior, Chanel. Solo nella sua testolina malata, ed in quella del fidanzato manager fotografo, alberga questa idea vana ed allucinante. Chi ha potere economico per l’acquisto del lusso non ha bisogno di vederlo addosso ad una ragazzina on line. Questa è una realtà alla luce degli occhi di tutti che solo un idiota potrebbe controvertere.

Mi preme però scagliare questa volta una parola a favore delle povere vajasse. Ma secondo voi se si comportano così di chi è la colpa? Ma degli uffici stampa degli stessi brand che oggi concordano con Marchetti. Sono loro ad aver creato dei mostri!

In un prossimo articolo vi racconterò la mia personale vicenda con il digital pr di Vuitton, che ha scelto proprio questo genere di blogger trash per affidare la comunicazione, così come Prada ha fatto con Brian Boy.

Quello che mi preme sottolineare è un dato importante. Gestire un blog, quando lo si fa seriamente, implica lavorarci per molte ore, quindi mi sembra anche giusto ricompensare un blogger che fa bene la sua attività di comunicazione.

Pertanto il fatto che un blogger possa richiedere di essere pagato non mi sembra per niente scandaloso, anzi! Perchè io dovrei fare pubblicità gratuita ad un brand in cambio di un grazie, quando il più delle volte gli uffici stampa neanche ti rispondono quando mandi loro il link con l’articolo. E ne potrei citare davvero tanti! Un ufficio stampa viene pagato per fare comunicazione,  perchè un blogger che è bravo e riesce nel suo lavoro non dovrebbe essere retribuito?

Sapete che vi dico? Che gli sta proprio bene a quegli uffici stampa che hanno gonfiato e fatto sentire importanti questo genere di blogger trash.

Io e molti altri miei colleghi abbiamo sempre puntato sulla scrittura e continueremo a farlo, e se siamo bravi perchè non dovremmo essere ricompensati? Qualche giorno fa un importante ufficio stampa mi ha inviato una email con delle foto ed il comunicato di un evento. Mia risposta: “Fate scrivere l’articolo alla Ferragni e alle sue amiche. Le avete invitate, a me no. Quindi immagino loro siano molto brave nello scrivere e nell’illustrare la serata”. Naturalmente nessuna risposta.

Non c’era nulla da dire davanti ad una evidente contraddizione in termini.

Un ultimo appunto. Le fashion blogger sono certamente da biasimare, ma abbiamo visto alle sfilate anche molti fashion editor che non si sono tirati indietro difronte al fascino dei fotografi, e non erano vestiti in modo da passare inosservati! Se la ormai iconica e simpatica Anna dello Russo ha fatto da pioniere, non mancano oggi coloro che cercano di emularla.

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